giovedì 21 febbraio 2019

AMORE DI PLASTICA: DETROIT BECOME HUMAN

Come ormai avrete capito, amo i videogiochi con scelte morali che possono cambiare completamente la trama. Maestri indiscussi in questo genere, sono i Quantic Dream, studio francese capitanato dal guru in materia David Cage, vera figura iconica del settore per questo tipo di storie. Grazie al sodalizio con Sony (finito solo in queste settimane a favore di un nuovo corso aperto anche ad altre piattaforme), ho potuto godere di Heavy Rain, Beyond: Two Souls, e l'ultimo in ordine cronologico Detroit Become Human. Heavy Rain è stato il titolo apripista per me, primo titolo preso per Playstation 3 al D1 in versione collection. L'ho letteralmente amato. La possibilità di poter costruire la propria storia con scelte che possono anche determinare la morta di alcuni personaggi, fu sicuramente una delle caratteristiche che più mi intrigarono del titolo, curioso nel vedere come fosse possibile l'evolvere degli intrecci senza alcuni protagonisti.
Se pur con qualche buco narrativo (presente più o meno in tutti i titoli del genere) Heavy Rain resta indubbiamente uno dei miei videgiochi preferiti. Dopo HR, ci si aspettava un gioco incentrato sugli androidi visto la presentazione da parte di QD di una tech demo intitolata Kara, incentrata sulla costruzione di un'androide in grado di provare emozioni ma, invece, è arrivato Beyond che tratta il genere del paranormale. Beyond, se pur ho apprezzato molto, non raggiunge a mio avviso i livelli di HR. Di colpo all'E3 2015, i QD presentano Detroit, sviluppato grazie all'amore dei fan per la tech demo di Kara. Su questo titolo nutrivo fortissime speranze, visto la somiglianza strutturale per quanto riguarda numeri di personaggi e intrecci della storia principale che ricordavano il primo titolo Quantic uscito su Playstation 3.
La storia è ambientata nell'anno 2038, dove gli androidi sono diventati comuni "oggetti" presenti in quasi tutte le case americane. Sono intelligenti ed eseguono tutti gli ordini a cui sono sottoposti. Ci sono androidi di tutti i tipi, da quelli domestici, androidi poliziotti e addirittura androidi usati per sostituire il partner in tutto e per tutto. Fanno esattamente tutto quello che farebbe un umano, ma senza il libero arbitrio. Merito di questa rivoluzione è dovuto alla Cyberlife, azienda che li produce. Il "problema" però e che alcuni di questi androidi si stanno "evolvendo" diventando devianti, cioè sviluppando comportamenti che ricordano le emozioni umane e il libero arbitrio. La trama appunto, si base sui devianti e ci porterà a vestire i panni di tre androidi, Connor, Kara e Marcus. Non dirò altro ne di trama ne dei personaggi, lascerò a voi se ci giocherete mai scoprire il tutto. Per chi non lo sapesse, il gameplay di DBH è molto "basilare". Suddiviso in capitoli, ogni capitolo contiene piccole location dove sarà possibile interagire tramite determinati oggetti della mappa (visibili eseguendo scansioni con il tasto R2), e/o parlare con gli NPC presenti in esso per progredire con la scena. I dialoghi sono costernati da scelte nostre che spaziano da atteggiamenti aggressivi, sospettosi, pacifici ecc. In base al nostro comportamento le persone reagiranno in maniera diversa cambiando il loro comportamento nei nostri confronti e anche la trama nei dialoghi più importanti. Grazie all'interazione con gli oggetti per esempio, riusciremo nel caso di Connor ad avere più informazioni possibili in una scena del crimine, per scovare un criminale e poterlo interrogare a nostro favore. Il tutto poi è "condito" con scene d'azione in Quick Time Event, dove l'errata pressione dei tasti può portare alla morte del vostro protagonista. Le possibilità sono molteplici. Alla fine di ogni capitolo è possibile vedere il diagramma delle scelte fatte e vedere possibili bivi non presi. 
I finali sono diversi, e sbloccabili in base alle vostre scelte in tutto l'arco narrativo. Graficamente siamo ad altissimi livelli. La modellazione dei personaggi e dei volti sfiorano quasi il foto-realismo e l'uso di attori veri per la recitazione rende il tutto molto più veritiero. Dopo aver finito il gioco, non me la sono sentita, come nel caso dei due predecessori, di rigiocarlo per vedere il risultato delle altre scelte e vedere gli altri finali. Non me la sono proprio sentita.
La strada che ho scelta rappresenta l'esperienza che ho voluto in questo gioco e vedere altri finali in questo caso non è essenziale per me. Forse grazie a questa mia volontà, potrò più avanti apprezzare una seconda run di questi giochi e vedere finalmente altri possibili scenari, ma per ora sono appagato cosi. Detroit è un gioco particolare, non per tutti. Se cercate l'azione frenetica e non vi interessa niente della trama, non è il gioco che fa per voi. E' un titolo rivolto sicuramente ad una fascia più matura, visto anche alla potenza del messaggio dato in alcune scene che ricorda palesemente orrori del nostro passato recente. La morale ed il messaggio è sempre una parte fondamentale dei giochi di David Cage, e qua trova forse la sua massima espressione. Per finire questo è sicuramente un titolo consigliatissimo ma non per tutti. 



...See you Soon



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